Echo by Pam Munoz Ryan

autore:Pam Munoz Ryan [Ryan, Pam Munoz]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Juvenile Fiction, General
ISBN: 0439874025
Google: GoGLCwAAQBAJ
Amazon: B00M9M402G
editore: Scholastic Press
pubblicato: 2015-02-24T00:00:00+00:00

15

Lungo la strada per il parco, il signor Howard non parlò né fischiettò, limitandosi a camminare con un passo senza più traccia di elasticità.

Quando passarono davanti a casa sua, Frankie chiese: «Si è mai arrampicato su quegli alberi?».

L’uomo scosse la testa. «Non da quando ero ragazzo. Ma voi potete farlo quando volete.»

«Mike non si arrampicherà mai: lui ha paura delle altezze.»

«È vero, Mike?»

Il ragazzo annuì.

«Io ho paura dei ragni» disse Frankie. «Lei di cosa ha paura, signore?»

«Frankie, ora come ora ho paura di perdere tutto quello che mi è sempre stato a cuore.» Spostò lo sguardo dal bambino a Mike. «E ho paura di perdere le cose che cominciano a starmi a cuore.»

«Come noi?» chiese Frankie.

Il signor Howard sorrise, ma aveva un’aria triste.

Mike sentì una fitta al cuore.

«Vedete, avevo sperato che un giorno Eunie e io ci saremmo...» Si incupì.

«Sposati?» indagò Frankie.

Il signor Howard arrossì. Anche le sue lentiggini sembrarono accentuarsi.

«La ama?» insisté il piccolo.

Lui allargò le braccia. «Può darsi che non abbia più importanza. Il mio studio mi offre l’opportunità di trasferirmi a San Francisco, alla fine dell’anno. Non ho ancora detto né sì né no.»

Frankie gli prese una mano. «Per favore, non vada via.»

«Non posso promettere che resterò. Dipende da quello che succede qui.»

Mike era perplesso. Cosa doveva succedere perché il signor Howard restasse?

Mentre si avvicinavano al parco, Frankie corse avanti e si unì ad alcuni ragazzini che giocavano a palla. Mike e il signor Howard si sedettero su una panchina.

Cosa ne sarebbe stato di loro se il signor Howard se ne fosse andato? Niente più uscite domenicali, niente più giochi a palla sul prato, niente più partite a dama dopo cena. Senza di lui, la casa sarebbe sembrata più grande, le loro vite più vuote, specie considerando che la signora Sturbridge rivolgeva a malapena la parola ai due ragazzi.

Mike fece un respiro profondo. La grande domanda gli bruciava nello stomaco. Si costrinse a farla.

«Signor Howard, signore, come mai la signora Sturbridge ci ha adottati? L’abbiamo vista appena da quando siamo arrivati. E anche se adesso abbiamo un aspetto presentabile, sembra che non ci voglia lo stesso.»

Il signor Howard si tolse il cappello e lo fissò come se tutte le risposte fossero lì dentro. «Sì, immagino che l’impressione debba essere quella. Ma penso anche che tu sia abbastanza grande da capire e abbia il diritto di sapere. Vedi, Michael, tu e Frankie siete l’ultimo desiderio di suo padre.»

«Intende in punto di morte?»

Il signor Howard si appoggiò allo schienale della panchina. «Non proprio. Ecco... Quando Eunie aveva vent’anni, sposò un violinista che aveva conosciuto a New York, a un concerto di beneficenza. Lui si esibiva all’estero per mesi interi, così lei restò ad abitare nella grande casa con il padre. Suo marito andava e veniva. Qualche anno dopo, ebbero un figlio. Henry. La casa si trasformò in un posto diverso, con il piccolo che prima gattonava e poi correva tutto intorno. Era piena di vita e risate e gioia. Quel bambino era la luce degli occhi di Eunie e di suo padre.

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